giovedì 24 maggio 2012

IN HOC VINCES




Bruno Carboniero, Fabrizio Falconi, In hoc vinces, Edizioni Mediterranee, 2011 (€.14,90)

“La notte che cambiò la storia dell'Occidente”: è questo il sottotitolo del libro “In hoc vinces” di Bruno Carboniero e Fabrizio Falconi. Ma non si pensi che la vicenda sia banalmente quella della presunta conversione al Cristianesimo da parte di Costantino il grande, che tanta parte avrà nella storia dell'Occidente.
Certo non si poteva prescindere dalle conseguenze dell'editto di Costantino nel 313, che rese il Cristianesimo “religio licita” dell'Impero (anche se i danni devastanti arrivarono nel 380 con l'editto di Teodosio, che inaugurò la vittoria del cristianesimo con un bagno di sangue di cui ancora gli echi si avvertono nelle reciproche diffidenze tra cristiani e non).
Ma il libro di Carboniero e Falconi (rispettivamente un medico appassionato di astronomia, storia e archeologia e un giornalista televisivo) cura in particolare, con dovizia di dettagli, il cosiddetto “sogno di Costantino”, quello in cui secondo la tradizione all'Imperatore apparve in sogno il Cristogramma accompagnato da una voce che gli diceva letteralmente “In hoc vinces”, frase che è stata poi adattata nella consueta “In hoc signo vinces”.
Ebbene gli Autori propongono in quest'opera, dati astronomici alla mano, una interpretazione secondo la quale il “signo” altro non sarebbe che una certa configurazione della costellazione del Cigno la cui disposizione astrale – come dimostrano gli autori – può richiamare quella del Cristogramma.
Nessuno può dimostrare o negare tale identità Cigno/Cristogramma, ma certo gli Autori suggeriscono una interpretazione che è suggestiva e assai verosimile.
Affascinante in questo senso – anche se non può evidentemente avere valore di prova diretta – l'ipotesi che Piero della Francesca, nel suo “Sogno di Costantino” (contenuto entro la serie di affreschi noti come “Storia della vera Croce”, nella basilica di San Francesco in Arezzo) abbia rappresentato l'angelo in una postura così anomala da richiamare la forma di un cigno (vedere per credere!). Per non parlare poi del cielo stellato, reso evidente da un recente restauro, in cui la costellazione del Cigno appare chiaramente sulla tenda di Costantino dormiente. Non sarebbe certo una sorpresa quella di un Piero della Francesca esoterico, capace di nascondere significati profondi dietro allegorie pittoriche: basti pensare a tutto quanto è stato scritto sulla Flagellazione conservata in Urbino (e sulla quale stiamo aspettando il libro di Andrea Aromatico, che promette nuove e sorprendenti interpretazioni).
Ma quelle che abbiamo fin qui riassunto non sono che poche tracce che l'’opera propone, disseminate lungo un percorso che si fa via via più avvincente mano a mano che il libro procede.
Marco Rocchi 

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